Domani sera sarà impegnato a Londra con la Nazionale per preparare al meglio i Mondiali, per il momento la mente di Antonio Candreva non può che essere focalizzata sulla rassegna iridata che di sicuro lo vedrà protagonista in Brasile; a luglio però il forte centrocampista dovrà anche pensare al suo futuro perché ormai è definitivamente esploso e i treni in carriera non passano così spesso. La sua situazione contrattuale attualmente è questa: il giocatore è in comproprietà tra la Lazio e l’Udinese con i primi interessati al riscatto dell’intero cartellino che dovrebbe costare a Lotito circa 9 milioni di euro; quest’anno ha percepito 900mila euro, una somma sicuramente “esigua” visto il rendimento in biancoceleste, l’esperienza ormai maturata e l’appeal di cui nutre anche all’estero.
Con queste premesse nella giornata di ieri ha bussato alla porta dei capitolini il Paris Saint Germain, club che in Italia fa shopping sempre volentieri: la Lazio, che di fatto ancora deve riscattarlo, ha risposto che il giocatore potrà lasciare l’Olimpico per non meno di 30 milioni di euro, una cifra che di fatto allontana altre possibili pretendenti e ha fatto raffreddare anche i francesi, che hanno tentato di scardinare la resistenza di Tare e Lotito proponendo Pastore in cambio. L’argentino è inverosimile, per non dire impossibile, che accetti la destinazione (e poi guadagna tanto), così come è improbabile che ci si possa sedere a un tavolo delle trattative se le pretese economiche della dirigenza laziale sono così alte. Proprio oggi Claudio Lotito ha spiegato: “Candreva non si muove dalla Lazio“.
L’impressione è che ci si trovi agli albori dell’ennesima querelle di lotitiana memoria: calciatori bravi che chiedono il giusto riconoscimento del lavoro fatto (quest’anno Candreva ha segnato la bellezza di 12 gol in campionato e comunque non è il suo caso che ha firmato un quinquennale proprio nell’ottobre scorso), l’adeguamento di contratto non arriva e i possibili acquirenti si sentono sparare cifre astronomiche. La questione è delicata ma c’è ancora tanto tempo per gestirla nel migliore dei modi: toccherà all’entourage del giocatore agire nel miglior modo possibile. A meno che Candreva non dica pubblicamente: “Io voglio rimanere qui“. Vedremo.
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